Con l'arrivo della nuova amministrazione il Presidente decide di destinare il Generale Hammond ad altri incarichi, consegnando il comando dell'SGC ad una civile, la dottoressa Elizabeth Weir. Proprio mentre le vicende politiche prendono piede l'SG-1 si trova in missione su P3X-439, lo stesso pianeta su cui O'Neil aveva ricevuto nella sua mente la conoscenza degli Antichi sei anni prima. Purtroppo il tentativo di smantellare ed utilizzare sulla terra quella tecnologia viene meno, ed il colonnello O'Neil si ritrova a doversi nuovamente sottoporre a quella procedura pericolosa, ben sapendo che lo porterà alla morte di lì a pochi giorni. Come se non bastasse al ritorno sulla Terra il progetto Stargate viene temporaneamente sospeso per dar la possibilità alla nuova gestione di apportare le dovute modifiche alle procedure e cambiare eventuali membri delle squadre. Ovviamente il tutto accade sotto la costante minaccia di un attacco da parte di Anubis e l'impossibilità dei nostri di scovare dove si trova la città perduta.

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Commentare questo doppio episodio come se fosse la somma di due episodi singoli è impossibile. Ogni nota relativa al contenuto viene quindi rimandata all'episodio successivo. Volendo tuttavia descrivere brevemente questa prima parte, si può dire che la trama si sviluppa velocemente e con intensità. Sono piacevoli (e veramente intriganti!) tutte le scene che si riferiscono ai giochid i potere a cui è legato il neo vicepresidente Kinsey ed il Presidente, così come sono abbastanza toccanti i dialoghi tra il nuovo comandante in capo dell'SGC, l'abile mediatrice dottoressa Weir, ed il dottor Jackson. Il ritmo diviene man mano più intenso e più coinvolgente, più avventuroso e più misterioso tanto quanto i nostri eroi si avvicinano di più alla città perduta degli Antichi.

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Il primo giorno di insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti è già una giornata di duro lavoro: il Capo di Stato Maggiore gli consegna i dati relativi alla missione Stargate. Dopo i primi momenti di incredulità e stupore i giochi politici incominciano a prender piede: da una parte vi è il neo vicepresidente Kinsey, noto per la sua antipatia per il comando Stargate, che con un'abile tattica intende convincere il Presidente a cambiare i vertici del S.G.C., dall'altra il Generale Maynard, convinto sostenitore del progetto e della squadra del Generale Hammond. Il vicepresidente Kinsey ha molte armi dalla sua parte: convoca, assieme al Presidente, l'Agente Woolsey, attento critico del progetto Stargate, in modo da portare quanti più dati possibili al Presidente per convincerlo, decisamente in modo fazioso, di cambiarne i vertici al comando. Per fortuna il Presidente sembra essere una persona coscienziosa: capisce che vi sono degli enormi giochi di potere che coinvolgono sia i militari sia, e soprattutto, i politici. Proprio quando le preferenze del Presidenze sembrano appoggiare la parte dei militari, ecco che Woolsey scopre una cosa sorprendente: sia che il Presidente decida o non decida di cambiare i vertici della missione Stargate il vicepresidente Kinsey avrà sempre un asso nella manica..sarà come sempre "l'uomo" a fare la differenza

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Un episodio strepitoso. Accade tutto quello che per tanti anni si è palesato nella mente degli spettattori: cosa sarebbe accaduto quando il principale supporter della missione Stargate, il Presidente, avrebbe terminato l'incarico? Questo episodio ce lo svela, in modo magistrale. La scena si svolge quasi sempre nel salotto ovale del nuovo Presidente, ed in quegli ambienti tipici della politica. Così anche le tematiche presentate sono quelle spiccatamente politiche: intrighi, giochi di potere, desideri e controllo delle persone. Da questo punto di vista la trama tiene lo spettatore col fiato sospeso per tutta la durata dell'episodio, lasciando anche il finale in sospeso. Che dire..che emozioni! Lascio da parte ulteriori commenti per non svelare nulla dell'intricata trama...mi limito a far notare quanto sia difficile, da qualsiasi parte la si guardi, condurre un progetto di ampia portata come quello di una missione militare o di un mandato politico. Come sempre sono le persone, con la propria umanità e soprattutto con i propri valori (se li hanno), a fare la differenza nella vita delle persone.

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Quando l'Sg-1 giunge a Los Angeles è ormai tutto finito. Trentadue cadaveri umani sono infatti stati ritrovati presso una misteriosa, e buia, base segreta dell'N.I.D. La sicurezza locale, capitanata dal già noto Agente Malcolm Barrett, era stata chiamata in soccorso da uno strano scienziato (di origini tedesche) e da una ragazza alquanto speciale: Anna, che vive da sempre dentro una gabbia. L'indagine sui fatti diventa man mano sempre più misteriosa: mentre infatti Carter scopre un laboratorio segreto di manipolazione genetica, dal quale si presume che Anna sia in realtà un ibride umano-Goa'uld, Teal'c e Daniel rinvengono un misterioso sarcofago, con dentro una micidiale bomba al Naquadaa già attivata. Rimarranno solo sedici ore per risolvere la situazione: l'agente Barrett e Carter tenteranno di interrogare il pericoloso, e tutt'altro che affidabile, scienziato, mentre Daniel tenterà di parlare con Anna, cercando di farle affiorare i "pensieri" che riguardano la sua parte Goa'uld.

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Un altro tipico episodio sul filone che riguarda l'N.I.D. e le ricerche para-governative non sotto il controllo dell'Areonautica Militare. Le atmosfere sono quelle tipiche alla X-Files: scene molto scure, alieni ibridi a terrestri, cospirazioni. Non a caso la trama si sviluppa, senza troppa adrenalina né noia, come un thriller: i nostri devono scoprire, investigando. Una storia semplice e senza colpi di scena, da guardare ma nulla di più.

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Proprio mentre l'Sg-13 aveva trovato i resti di una possibile città degli antichi, la squadra viene attaccata dai Goa'uld. L'Sg-1 in missione di soccorso, assieme alla squadra della dottoressa Fraiser, si reca sul posto nel tentativo di salvare quante più vite possibili. Purtroppo di fronte si ritrova un vero e proprio esercito, tanto da costringere una ritirata velocissima, in cui non tutti riescono a sopravvivere... Nel frattempo all'S.G.C. le interviste del signor Bregman continuano, ma l'improvvisa morte di un ufficiale superiore farà cambiar prospettiva anche al giornalista, e provocherà un'indagine ufficiale e segreta da parte del governo.

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Ci troviamo di fronte ad una trama complesa e ben articolata. Gli spunti di riflessione suscitati dalla prima parte vengono qui ripresi ed approfonditi. La questione sollevata dal giornalismo e dal ruolo dell'informazione viene ribaltata. Pian piano sembra che Bregman, l'incallito giornalista che assiduamente infastidisce i vari membri dell'SGC, diventi il punto di vista ragionevole, colui che è dalla parte giusta. A ben vedere, infatti, il suo personaggio cambia. Se all'inizio si presenta come un esponente di quella cultura che sostiene l'informazione sempre e comunque, convinta che possa essere utile ed oggettiva in sé, in questa seconda parte aggiunge un tassello importante al suo modo di vedere la realtà. L'informazione non è mai asettica, e quando lo è, non è reale. Sono parole molto commoventi quelle che pronuncia davanti a Daniel Jackson, quelle in cui descrive lo scatto di un fotografo per chi gli ha salvato la vita proprio nel momento in cui perde la propria vita. Ma tale fotografia non viene rivelata al mondo subito. Non è informazione, notizia, verità. Viene mostrata solo venticinque anni dopo, quando di fianco alla cronaca del fatto può essere affiancata allo stesso livello la descrizione delle emozioni e le impressioni di chi ha preso parte a quella vicenda, di come lui l'ha vissuta. Così, allo stesso modo, l'episodio nel suo complesso ci rende partecipi di due visioni differenti dell'informazione: quella di Bregman, che giunge alla fine a comporre un documentario tutt'altro che cronachistico, nel quale abbondano le proprie impressioni, e le proprie emozioni, il prorpio modo di vedere ed intendere la missione Stargate (e per questo più vera, più aderente alla realtà), e dall'altra parte la fredda ed "oggettiva" inchiesta condotta dall'agente Woolsey, in grado forse di riportare dati e cifre, ma lontana dalla realtà della vita. Come può il prezzo di un uomo avere un prezzo?
Un'ultimo spunto di riflessione, questa puntata come si vede ne è piena, ci viene suggerito dal generale Hammond. Anche se i ruoli in una struttura militare prescrivono di considerare tutti gli ufficiali al di sotto del proprio comando come "uguali", ciò in realtà è possibile solo in parte, ed in modo ancora più vero, ciò è giusto solo in parte. Poiché la nostra esperienza non è oggettiva, e volerla rendere tale, in qualsiasi sua espressione, sarebbe solo una forzatura, o per meglio dire, una riduzione parziale di una realtà ben più grande.

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